Il fenomeno dell’automedicazione è in costante aumento, data la disponibilità di numerosi farmaci non soggetti a prescrizione medica. L’assunzione di tali farmaci per trattare disturbi di lieve entità e di breve durata, tuttavia, non è esente da potenziali rischi dovuti ad un uso improprio o ad abuso. Infatti, dato che i farmaci senza ricetta vengono assunti senza controllo medico, è possibile che vengano utilizzati per patologie non indicate, a dosi eccessive o per periodi di tempo eccessivamente prolungati. I pericoli maggiori possono derivare dall’assunzione in concomitanza con altri farmaci prescritti dal medico o particolari alimenti, o con stati patologici che ne possono modificare in maniera significativa il profilo di efficacia e sicurezza. Numerosi studi hanno evidenziato come il farmaco senza ricetta non venga considerato come un farmaco vero e proprio e come i consumatori/pazienti non siano a conoscenza dei possibili rischi connessi alla loro assunzione. In questo ambito, il farmacista viene a svolgere un ruolo chiave nei processi di informazione e vigilanza sui farmaci da banco. Dalla collaborazione con Federfarma è nata un’indagine per approfondire questa problematica dal punto di vista sia dei clienti che dei farmacisti. Nell’indagine, svoltasi tra il 2008 e il 2009, sono state coinvolte 44 farmacie della provincia di Verona e 14 farmacie della provincia di Rovigo. Un’intervista è stata proposta a tutti i clienti entrati in farmacia per acquistare un farmaco venduto senza ricetta. Un questionario strutturato a domande chiuse e aperte ha permesso di raccogliere informazioni relative alle caratteristiche del cliente/consumatore, al tipo di farmaco acquistato, all’uso concomitante di altri farmaci, alle conoscenze e comportamenti del cliente/consumatore, alla qualità del rapporto comunicativo con il farmacista. Anche per i titolari di farmacia e i loro collaboratori è stato predisposto un breve questionario riguardante le loro conoscenze e attitudini nei confronti della farmacovigilanza dei prodotti venduti senza ricetta. Durante il periodo dello studio, sono state completate 896 interviste fatte a clienti/consumatori prevalentemente di sesso femminile e con un livello di scolarizzazione medio-superiore. Nel 45.5% dei casi l’acquisto è stato fatto su autoprescrizione, principalmente dovuta ad un uso abituale del farmaco. In alcuni casi (6.8%) è stata rilevata un’influenza sull’acquisto da parte dei mass-media. Nella maggior parte dei casi l’acquisto ha riguardato prodotti contenenti come principi attivi FANS o paracetamolo (trattamento disturbi infiammatori o febbre), antiacidi, antispastici, lassativi, antidiarroici (trattamento disturbi gastrointestinali). Altre tipologie d’uso hanno riguardato problemi respiratori (antitosse, mucolitici, decongestionanti nasali) o dermatologici, oltre all’acquisto di vasoprotettori e integratori alimentari. Nel 51.5% dei casi i clienti/consumatori hanno riportato di assumere contemporaneamente altre terapie croniche (antiipertensivi, ipocolesterolemizzanti, sedativo/ipnotici..) che nel 48.6% dei casi non sono state riferite al farmacista al momento dell’acquisto. La maggior parte degli intervistati ha riferito di considerare i farmaci senza ricetta farmaci veri e propri da assumere per disturbi lievi e per brevi periodi e da acquistare solo in farmacia o comunque in presenza di un farmacista che possa fornire adeguata consulenza. Solo un numero limitato di clienti ha riferito di consultare Internet per ricevere informazioni o acquistare direttamente il farmaco (4.8%), in quanto questa modalità di approccio viene ritenuta non sicura. Per quanto riguarda i farmacisti, è emersa la consapevolezza dell’importanza di segnalare una reazione avversa da farmaci senza ricetta, anche se la maggior parte ha ammesso di non aver fatto alcuna segnalazione nell’ultimo anno. Dall’analisi dei nostri dati emerge che il cliente/consumatore italiano tende spesso ad acquistare un farmaco senza ricetta sulla base di valutazioni personali, ma comunque dimostra un approccio cauto nei confronti di questi farmaci, in quanto consapevole che si tratta di farmaci veri e propri e disponibile a informarsi o leggendo il foglietto illustrativo o chiedendo spiegazioni al farmacista. Tuttavia una riflessione merita l’aspetto relativo al potenziale rischio di terapie croniche non sempre comunicate al farmacista. Alla luce di tali considerazioni, scaturisce la necessità di svolgere un’attenta attività di vigilanza sui farmaci venduti senza ricetta e di sottolineare il ruolo importante che svolge il farmacista nell’erogare consigli e informazioni al cliente/consumatore.