Tra le dipendenze da sostanze psicoattive, l’eccessivo consumo di alcol rappresenta una delle condizioni di abuso più diffuse e più gravi nelle società occidentali, con importanti ricadute non solo a livello individuale, ma anche familiare e sociale. Considerate le gravi conseguenze che la diagnosi di abuso alcolico comporta per l’individuo e la comunità, è necessario che la medesima sia basata su evidenze oggettivamente dimostrabili. Inoltre, particolarmente in ambiti di interesse forense, tale diagnosi dovrebbe comprendere anche una valutazione del grado di dipendenza nonché del rischio di recidiva.
Il presente progetto di durata biennale, integrando attività di ricerca in ambito chimico, biochimico e genetico, si prefigge lo scopo di identificare state marker (marker diagnostici) e/o trait marker (marker patofisiologici) di alcol dipendenza, strettamente correlati con il rischio di recidiva. Un’attenzione particolare sarà dedicata all’associazione di questi marker con comportamenti di interesse criminologico.
Il progetto è diviso in due parti, della durata approssimativa di 1 anno ciascuna, la prima delle quali sarà dedicata allo sviluppo metodologico, all’ottimizzazione e alla validazione degli strumenti analitici, mentre la seconda si concentrerà sulla raccolta di campioni da soggetti di controllo e da alcolisti sottoposti a trattamento disintossicante, di cui si eseguirà anche il follow-up criminologico. La raccolta dei campioni verrà inoltre eseguita su soggetti deceduti con una storia positiva per comportamenti alcol correlati e su soggetti che richiedono la patente di guida a seguito del ritiro della medesima per guida in stato di ebbrezza.
Scopi specifici del progetto di ricerca sono:
1. Ricerca, in un adeguato campione di popolazione caucasica con problematiche correlate all’uso ed abuso alcolico, di polimorfismi biallelici (SNPs) che mappano all’interno del gene dell’alcol deidrogenasi citoplasmatica (ADH), al fine di identificare un aplotipo o più aplotipi ricorrenti che possano essere indicativi di una suscettibilità genetica alla dipendenza alcolica.
2. Dimostrazione che alterazioni del pattern di glicosilazione della transferrina o di altre proteine circolanti alcol-correlate riflettono alterazioni della glicosilazione proteica encefalica con conseguenze neuropsichiche associate alla dipendenza e/o al rischio di recidiva.
3. Dimostrazione che alla formazione di addotti dell’acetaldeide con proteine e peptidi rilevabili nei fluidi periferici corrisponde la produzione di addotti a livello cerebrale e nel liquido cerebrospinale a carico di proteine e peptidi neurologicamente attivi, potenzialmente implicati nella dipendenza alcolica.
4. Sviluppo di metodi di analisi contemporanea di metaboliti minori dell’etanolo quali etilglucuronide e etilsolfato, il cui significato biologico è ad oggi ignoto, e loro studio quali potenziali marker di recidiva di abuso alcolico in matrici biologiche alternative.
5. Dimostrazione che l’acido gamma-idrossibutirrico (GHB), di cui si è recentemente dimostrato il ruolo di neurotrasmettitore o neuromodulatore, e la cui attività farmacologica nel trattamento della disintossicazione alcolica è riconosciuta da alcuni anni, può essere associato al fenomeno della dipendenza.
6. Dimostrazione che il 5-idrossitriptofolo, metabolita della serotonina recentemente identificato quale marker di abuso di alcol, può essere inteso anche come indicatore di dipendenza, considerato il ruolo di neuromediatore della serotonina stessa nei fenomeni collegati alla dipendenza da sostanze.
7. Verifica del ruolo di falsi neuromediatori, nel meccanismo della dipendenza alcolica, di salsolinolo e norsalsolinolo, tetraidrochinoline derivanti dalla reazione tra dopamina ed acetaldeide o formaldeide, rispettivamente.