Negli ultimi anni vi sono segnalazioni di un aumento della prevalenza di microrganismi produttori di β-lattamasi ad ampio spettro (ESBL) in tutto il mondo. I ceppi produttori di ESBL sono particolarmente temibili essendo resistenti a tutte le penicilline, alle cefalosporine, anche di terza generazione, all’aztreonam e si associano ad un peggiore outcome clinico, provocando maggiori fallimenti terapeutici, permanenze prolungate nelle strutture sanitarie ed aumento della mortalità. All’interno di una stessa nazione, la prevalenza delle ESBL negli isolati clinici può variare da Struttura a Struttura, dipendendo da una grande varietà di fattori. Nonostante gli ospedali, e specialmente le Terapie Intensive, siano segnalati come la fonte principale di ESBL, le Long-Term Care Facilities (LTCFs) costituiscono un importante potenziale reservoir di batteri resistenti (E.coli, Klebsiella spp, Proteus mirabilis). Indicazioni coerenti con questo dato vengono da studi in progress nelle RSA italiane. Allo stato attuale esistono pochi studi a livello internazionale e poche informazioni a livello italiano sulla circolazione di microrganismi produttori di ESBL, sebbene questo fenomeno sia molto rilevante ai fini della corretta utilizzazione delle terapie antibiotiche. La ricerca della colonizzazione può essere effettuata su diversi campioni ma la ricerca nelle urine di soggetti con catetere urinario offre notevoli vantaggi per semplicità di raccolta e di indagine microbiologica.
Obiettivo
Lo scopo di questo studio è la definizione di un quadro a livello delle Aziende ULSS20 di Verona e Azienda ULSS22 di Bussolengo sulla circolazione di microrganismi produttori di ESBL, attraverso l’analisi dei ceppi isolati nelle urine di pazienti residenti in RSA e Case di Riposo e portatori di catetere a permanenza (> 24 ore). La finalità, pertanto, è l’isolamento di ceppi indipendentemente dalla presenza di infezione delle vie urinarie nel paziente e dalla conta batterica nelle urine.