Rischi legati a possibili interazioni tra terapia farmacologica e prodotti fitoterapici

Data inizio
1 gennaio 2005
Durata (mesi) 
36
Dipartimenti
Diagnostica e Sanità Pubblica
Responsabili (o referenti locali)
Benoni Giuseppina

L’uso di prodotti fitoterapici è in costante aumento nel mondo. Inoltre, tra i consumatori è diffusa l’idea che questo tipo di terapia, in quanto “naturale”, sia più sicuro rispetto alle terapie farmacologiche tradizionali. Per questo motivo, i prodotti fitoterapici vengono abitualmente assunti su automedicazione, spesso senza informare il proprio medico curante. Questo espone il consumatore a rischi legati a possibili interazioni tra farmaci e fitoterapici con possibili effetti negativi sull’effetto del farmaco o comparsa di risposte non desiderate, che a loro volta possono portare a ospedalizzazione o a ulteriori trattamenti farmacologici. Diventa perciò importante educare i consumatori/pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie croniche. Lo scopo iniziale di questa ricerca è stato quello di analizzare comportamenti, conoscenze e convinzioni sulla fitoterapia di un campione di donne italiane, essendo proprio le donne (come riportato da diversi autori) le principali consumatrici di questi prodotti. Dall’analisi dei dati ricavati da 1420 interviste svolte in un campione di farmacie di Verona e provincia, è emerso che il “fenomeno” fitoterapia è in aumento, in quanto il 12% degli intervistati ha riferito di accostarsi a questo tipo di terapia per la prima volta, e la percezione comune è che l’uso di prodotti naturali a base di erbe sia sicuro. Inoltre, la scelta di curarsi con un fitoterapico non viene sempre fatta sulla base di un consiglio del farmacista, ma per convinzione personale o su suggerimento di amici/parenti/media. Infine, il 4% degli intervistati ha segnalato la comparsa di effetti avversi e una percentuale maggiore (11%) ha riferito di aver assunto tali sostanze in contemporanea a farmaci tradizionali. Successivamente, si è pensato di approfondire l’aspetto relativo alle possibili interazioni tra farmaci e fitoterapici sottoponendo a interviste pazienti in terapia con warfarin, farmaco anticoagulante orale che interagisce con numerosi altri farmaci, sostanze alimentari ed erbe e che richiede un attento monitoraggio per evitare il rischio di emorragia. Lo stesso approccio confidenziale nei confronti della fitoterapia è emerso da 294 interviste svolte presso i poliambulatori delle strutture ospedaliere di Verona e Padova: il 23.5% dei soggetti intervistati ha riferito di assumere frequentemente prodotti a base di erbe in contemporanea al warfarin, nonostante le indicazioni date dal medico curante. Inoltre, da 5 pazienti sono stati riferiti alcuni effetti avversi, mentre in 16 casi sono stati riscontrati valori instabili di INR, parametro indicativo dell’efficacia della terapia farmacologica.

Partecipanti al progetto

Attività

Strutture

Condividi