Effectiveness of Antipsychotic Drugs in Patients with Chronic Schizophrenia, by Jeffrey A. Lieberman, T. Scott Stroup, Joseph P. McEvoy, Marvin S. Swartz, Robert A. Rosenheck, Diana O. Perkins, Richard S. E. Keefe, Sonia M. Davis, Clarence E. Davis, Barry D. Lebowitz, Joanne Severe & John K .Hsiao, for the Clinical Antipsychotic Trials of Intervention Effectiveness (CATIE) Investigators
New England Journal of Medicine; 353, 1209-1223, 2005
Dal momento della loro introduzione nella pratica clinica, i farmaci antipsicotici atipici sono stati prescritti con frequenza sempre maggiore, sebbene in letteratura non esistano evidenze definitivamente comprovanti la loro maggiore efficacia rispetto agli antipsicotici tradizionali. Il presente studio costituisce la prima fase di `CATIE’ (Clinical Antipsychotic Trials of Intervention Effectiveness) ed è completamente sponsorizzato dal NIMH: è il trial clinico più numeroso e di più lunga durata, presente in letteratura, di confronto sull’efficacia e l’effectiveness dei farmaci antipsicotici di nuova e vecchia generazione. Obiettivo principale di questo trial è valutare la differenza di efficacia e di effectiveness tra un farmaco di prima generazione (Perfenazina) e 4 di seconda generazione (Risperidone, Olanzapina, Quetiapina, Ziprasidone) nel trattamento della schizofrenia cronica. Il disegno dello studio è quello del trial clinico controllato randomizzato, condotto in doppio cieco. Sono stati reclutati 1493 pazienti schizofrenici, nell’ambito di 57 centri medici degli Stati Uniti. I pazienti sono stati suddivisi in cinque gruppi, a ciascuno dei quali è stato somministrato uno dei farmaci citati per un tempo previsto di 18 mesi. Tramite controlli periodici sono state valutate, quali misure principali di outcome, la continuità del trattamento e i motivi dell’eventuale sospensione e, quali misure secondarie, le condizioni cliniche. La maggior parte dei pazienti (74%) ha sospeso l’assunzione della terapia prima del termine stabilito, a causa degli effetti collaterali e della scarsa efficacia o per altre ragioni. Non sono emerse differenze statisticamente significative, sia in termine di tassi di sospensione che di miglioramento clinico, tra gli antipsicotici di nuova e vecchia generazione, eccetto che per l’olanzapina. Per quest’ultimo farmaco è stata riscontrata una maggiore durata di trattamento, un minore tasso di sospensione della cura e un numero più basso di ricoveri conseguenti a riacutizzazioni cliniche L’uso di olanzapine è risultato anche associato ad un maggiore aumento di peso ed a maggiori effetti metabolici.
Discussants:
Dr.ssa M. Bianco: Revisione della letteratura sull’argomento
Dr.ssa P.Colombo: Un approccio critico sull’argomento
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